Osservatorio dei consumi 2017 - Consumare e produrre in maniera sostenibile
7 italiani su 10 sono disposti a premiare ed a
pagare di più i prodotti delle aziende sostenibili.
La ventitreesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic,
presentata oggi a Milano, si sofferma sul concetto di
sostenibilità, esaminato sia dal lato dei consumatori, che da
quello delle aziende. Si tratta di un tema su cui Findomestic ha
investito da diverso tempo in termini di governance, trasparenza,
flessibilità dei prodotti e vicinanza ai propri clienti che
attraversano momenti di difficoltà e che ha quindi voluto
indagare con particolare attenzione.
I consumatori hanno oggi giorno un atteggiamento molto selettivo ed
esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende
che investono in sostenibilità, pagando di più i loro
prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse
evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla
astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure
sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).
In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è
oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti
al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma
che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante;
l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati
sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con
una buona reputazione.
Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità
è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale:
l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la
sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma
uno stile di vita sempre più diffuso (87%). I fattori che
possono orientare il comportamento dei cittadini in senso
sostenibile sono: la necessità di tutelare le generazioni
future (33%), la consapevolezza di proteggere l’ambiente
(28%) e il risparmio economico (25%). Da notare come
l’indagine dell’Osservatorio identifichi
all’interno del campione un 31% di
“opportunisti”, ossia di coloro che si comportano in
maniera sostenibile in primis per risparmiare.
In materia di sostenibilità, l’opinione del campione resta tendenzialmente critica verso le aziende ritenendo che queste ultime dichiarino di essere sostenibili principalmente su spinta dei clienti, ma non per scelta profonda di governance. Il 48% degli italiani pensa che si tratti di un impegno di facciata per adattarsi a un mondo di consumatori oggi sempre più attenti a certi temi, il 46% pensa che le aziende investano in sostenibilità solo per migliorare la propria reputazione. Una convinzione che li spinge ad assumere atteggiamenti non fideistici relativamente alle fonti di informazione su questi temi, ma ad andarne a verificare la veridicità su diversi canali, anche alternativi a quelli aziendali: il 45% del campione si informa per verificare l’autenticità delle affermazioni aziendali e il 36% ci crede solo se conosce l’azienda e sa come opera.
I processi produttivi e distributivi a basso impatto ambientale,
la promozione di stili di vita consapevoli, i diritti dei
lavoratori e il loro benessere, la produzione in Italia senza
delocalizzazione, una comunicazione chiara e trasparente sui
prodotti, uniti ad una buona relazione post vendita, sono i criteri
adottati dai consumatori per valutare se una azienda sia
sostenibile.
I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari,
energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente
comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo
cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il
terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la
sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che
attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione
chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e
servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).