Capitolo 9
BACK TO SCHOOL: PIU’ “USATO” PER FRONTEGGIARE SPESE SCOLASTICHE
Gli italiani quest’anno prevedono di sborsare mediamente
597 euro, cifra tra le più basse dal 2012 ad oggi. Guardando
agli ultimi 8 anni si va dai 548 euro medi del 2012 al picco
massimo di 735 euro del 2015. Chi ha due figli o più,
però, quest’anno spenderà mediamente il 2% in
più rispetto al 2018: da 686 a 701 euro. E tuttavia lungo lo
stivale ci sono differenze. Al Centro si rileva quest’anno la
spesa media più alta (688 euro) e nel Nord Ovest quella
più bassa (556 euro).
Come si “finanzia” la spesa.
Per far fronte ai costi della scuola è sempre più
elevata la percentuale di chi si “appoggia” al reddito
attuale: dal 57% del 2018 al 61,2% del 2019. Nel Nord Est si tende
a essere più autosufficienti, il 74,3% attinge alle proprie
finanze personali. In genere si può contare meno su aiuti
esterni e risparmi: dal 37,5% del 2018 si scende al 34,2% di
quest’anno. Nel meridione d‘Italia, però, questa
componente è importante: il 46,8% ne beneficia, una
percentuale doppia in confronto ai residenti nel Nord Est (19,6%).
Rispetto agli ultimi tre anni aumentano quelli che utilizzano un
finanziamento: dal 2% del 2017 al 3,6% del 2019.
Anche se libri e dizionari rimangono per il 66,6% degli
intervistati la voce più “pesante” del
“paniere” scolastico, zaini e cancelleria incidono
sempre di più da otto anni a questa parte: il 47,1% del
campione, la percentuale più alta dal 2012, ritiene che sono
tra gli acquisti più onerosi anche perché le scuole da
anni richiedono in maniera crescente questi materiali agli
studenti. L’Osservatorio mensile di Findomestic rileva anche
un 20,8% di risposte che indica i mezzi di trasporto fra le voci
più consistenti del budget scolastico.
Detrazioni spese scolastiche, queste sconosciute.
Aumentano quest’anno tra gli intervistati quelli che non
conoscono o non utilizzano le detrazioni al 19% per le spese
scolastiche consentite nella dichiarazione dei redditi: dal 41,5%
del 2018 si sale al 45,6% di quest’anno. Se nel Centro Italia
sfruttano meglio questa opportunità (55%), lo stesso non
accade nel Sud e nelle Isole (38,5%).
Libri e dizionari, abbigliamento e computer: meno acquisti online e più usato.
Per far bastare la coperta aumentano gli italiani che acquistano
per i propri figli libri e dizionari usati: la percentuale sale dal
48,3% del 2018 al 52,3% del 2019. All’incremento
dell’usato fa da contraltare il calo degli acquisti online: 5
punti percentuali in meno rispetto al 2018 per chi si affida al web
per libri e dizionari (dal 50,9% del 2018 al 45,7% del 2019). La
stessa dinamica, meno e-commerce e più usato, interessa
l’abbigliamento: cresce di oltre 3 punti rispetto al 2018 la
percentuale (10,7%) di chi ricorre all’usato (pratica
particolarmente diffusa nel Centro Italia dove la percentuale sale
al 23,2%), mentre cala dall’11,4% del 2018 all’8,7% del
2019 la percentuale di chi si affida al web. Di seconda mano si
comprano anche più computer: 5,5% degli intervistati rispetto
al 4,5% del 2018 (il pc usato va più di moda nel Nord Ovest,
10,9%) mentre passa da 13,7% a 11,9% la percentuale di chi acquista
il pc per i figli online. E’ in crescita costante, invece,
dal 2013 il ricorso all’e-commerce per gli articoli di
cancelleria, fatta eccezione per gli acquirenti di zaini online che
diminuiscono rispetto all’anno precedente di 4 punti
percentuali (dal 28,8% del 2018 al 24,8% di quest’anno).
Inglese, priorità assoluta.
L’inglese è la materia più importante per il
futuro secondo il 60,8% del campione dell’Osservatorio
Findomestic. Seguono a ruota l’informatica e il coding, il
linguaggio della programmazione (42,4%). Che l’inglese sia in
cima alle priorità lo conferma la risposta al quesito
sull’esperienza formativa più interessante fatta o da
far fare ai figli: per il 45% è appunto il corso di lingua.
Per altri intervistati sono importanti almeno 2-3 mesi (28,4%) se
non 6 mesi-1 anno (26,4%) di studio all’estero.