LE AUTO STANNO DIVENTANDO UN LUSSO?
Sebbene negli ultimi anni ci siano stati segnali di crisi delle vendite, e non solo a causa della crisi del Covid, gli automobilisti non sembrano ancora disposti a vivere senza un’auto, nonostante l’onere finanziario che l’acquisto e l’utilizzo di un’auto comportano.
Se oggi l’auto è percepita sempre di più come un
bene costoso e particolarmente “pesante” per il
bilancio familiare, lo si deve al carburante, con i prezzi alla
pompa che sono aumentati drasticamente. Questa nuova edizione 2023
de L’Osservatorio Auto Findomestic dimostra che le persone
sono disposte a spostarsi meno per risparmiare ma, anche, che si
aspettano di essere sostenute per far fronte ai costi legati
all’auto.
UN MUST- HAVE
QUADRO GENERALE:
UN MERCATO IN CRISI
L’epoca d’oro dell’automobile potrebbe essere
ormai alle nostre spalle, almeno in termini di vendite? Questo
è il messaggio che si potrebbe trarre dopo aver dato
un’occhiata alle vendite mondiali negli ultimi anni. La curva
che rappresenta questi dati dal 2005 sembra aver raggiunto il
proprio picco nel 2017, quando sono state vendute circa 70 milioni
di auto (Fig.1).
La crescita delle vendite osservata nel 2021, dopo il crollo dovuto
al Covid, non è riuscita a mascherare il declino del mercato.
Ma non finisce qui: non è infatti previsto che le forniture
tornino alla normalità nel prossimo futuro soprattutto per
quanto riguarda i semiconduttori e le consegne dei veicoli.
Cina e Stati Uniti, i due mercati più importanti al mondo,
hanno visto il loro picco di vendite, rispettivamente nel 2017 (25
milioni di veicoli venduti) e nel 2016 (18 milioni).
Questo è stato seguito da un forte calo che non può
essere unicamente attribuibile alla pandemia di Covid (Fig.
2).
La situazione è un po’ meno chiara in Europa, Giappone e Brasile ma il quadro generale è più o meno lo stesso. Infatti, tutti i paesi presi in esame hanno registrato le migliori performance prima del 2021, con cifre che variano da un anno all’altro (Fig. 3).
NUOVI VEICOLI A PREZZI SEMPRE PIÙ
ALTI
Il volume delle vendite è diminuito, ma, non si può dire
lo stesso del prezzo delle auto nuove. Nella maggior parte dei
Paesi presi in considerazione da questo sondaggio, i prezzi sono
aumentati costantemente da circa un decennio a questa parte, con
aumenti superiori al 20% in Cina, Stati Uniti e Regno Unito.
In Francia, Germania e Spagna, l’aumento dei prezzi è
stato più graduale ma comunque significativo (rispettivamente
7%, 9% e 7%). Soltanto in Brasile e Giappone, dove le rispettive
tendenze sono state sorprendentemente simili, la curva dei prezzi
è rimasta relativamente piatta negli ultimi anni, dopo un
forte aumento nel 2015 (Fig. 4).
UN ACQUISTO CHE NON È DATO PER SCONTATO
UN PREZZO RAGIONEVOLE... SOPRATTUTTO SE L’AUTO
È DI SECONDA MANO
Il costante aumento del prezzo delle auto non sembra preoccupare
eccessivamente chi ne possiede già una.
6 intervistati su 10 dichiarano, infatti, di aver pagato un prezzo
ragionevole per la propria auto. Gli europei sono molto più
propensi a pensarla in questo modo (7 su 10). Se analizziamo i
risultati, in maniera più dettagliata, dal punto di vista
geografico, vediamo che i portoghesi e gli austriaci sono i
più soddisfatti (8 su 10), mentre i brasiliani e i sudafricani
sono di gran lunga meno d’accordo (4 su 10)
(Fig.5).
Tuttavia, un’analisi più dettagliata dei dati rivela un
divario più netto tra gli acquirenti di auto usate e quelli di
veicoli nuovi. Il 77% dei primi afferma di essere soddisfatto del
prezzo pagato per il proprio veicolo, rispetto ad appena il 57% dei
secondi. Si tratta di un divario sostanziale, osservabile in tutti
i Paesi oggetto dell’indagine.
IL CONTRACCOLPO FINANZIARIO É
INEVITABILE
Anche se l’acquisto di un’auto può sembrare
generalmente ragionevole, richiede comunque sacrifici importanti. 7
automobilisti su di 10 ritengono che sia fattibile, ma che
l’impatto sul budget familiare sia notevole (Fig.
6). Su questo tema, gli intervistati in Europa e nel resto
del mondo sono più o meno d’accordo. Emerge solo un
Paese che si contraddistingue per la propria visione, decisamente
più positiva rispetto agli altri. Solo il 53% degli
intervistati cinesi, infatti, ritiene che l’acquisto di
un’auto richieda sacrifici economici importanti ma
soprattutto il 44% pensa che tutti possano acquistarne una.
Al contrario, il 43% dei turchi ritiene, invece, che soltanto poche
persone possano permettersi di acquistare un’automobile,
rispetto ad una media generale di solo il 15%.
INDISPENSABILI COSÌ COME SONO
GLI AUTOMOBILISTI NON SONO PRONTI A RINUNCIARE ALLE
PROPRIE AUTO
Le auto sono considerate accessibili se si fanno determinati
sacrifici, ma continuano ad essere percepite come molto costose
agli occhi degli automobilisti che, tuttavia, non vi rinunciano in
quanto considerate essenziali. Tre quarti di questi, infatti,
ritengono che sia impossibile o quasi fare a meno dell’auto,
un’opinione generalmente diffusa sia nei Paesi europei che
nel resto del mondo. Le popolazioni più legate all’auto
si trovano nei Paesi Bassi, in Austria, in Belgio e in Sud Africa.
Mentre, Brasiliani, Giapponesi e Norvegesi sono meno propensi a
considerarsi auto-dipendenti. In Italia il 68% degli intervistati
si dichiara incapace di immaginare una propria esistenza senza auto
(Fig. 7).
I contrasti sono più netti se confrontiamo le diverse
generazioni. Il 34% degli under 35 sarebbe disposto a non possedere
più un’automobile, rispetto ad appena il 26% degli over
35. In Germania e Norvegia, 1 persona su 2 pensa di poterci
riuscire, contro solo 1 persona su 4 in Turchia e 1 su 5 in Cina.
In Francia, 4 persone su 10, sotto i 35 anni di età, la
pensano alla stessa maniera. Come si potrebbe facilmente intuire, i
residenti delle aree rurali sono molto più propensi ad essere
attaccati alle proprie autovetture. Il 77% di essi, infatti, non
riesce nemmeno a immaginare di vivere senza auto, rispetto al 70%
degli abitanti delle città.
LE PERSONE AMANO LE AUTO COSÌ COME
SONO
La maggioranza degli automobilisti (6 su 10), nonostante la
convinzione che l’auto richieda sacrifici economici, quando
hanno acquistato l’ultima vettura non hanno rinunciato a
determinate caratteristiche o funzionalità per abbassare il
prezzo. Che si tratti di accessori, tecnologia di bordo o
innovazione, le case automobilistiche hanno fatto un ottimo lavoro
per convincere la maggioranza degli automobilisti a non abbandonare
i progressi fatti. Esistono tuttavia delle disparità
geografiche significative, con i Paesi meno sviluppati
economicamente che si dimostrano meno intransigenti. In Brasile,
Turchia, Sudafrica, ma anche in Portogallo, solo 4 automobilisti su
10 hanno scelto di non rinunciare a queste caratteristiche, mentre
in Austria, Paesi Bassi, Giappone e Polonia, la cifra si avvicina a
7 su 10 (Fig. 8).
ACQUISTO E UTILIZZO: I COSTI DIVENTANO ECCESSIVI
Mentre ci sono consumatori che ritengono che il costo d’acquisto delle proprie auto sia stato ragionevole, lo stesso non si può dire per i costi di gestione. Tra l’altro, stiamo parlando di due tipologie di spese completamente differenti.
NEL COMPLESSO, COSTOSA!
COSTI COMPLESSIVAMENTE ALTI
La maggior parte degli automobilisti ritiene che possedere
un’auto gravi troppo sulle proprie finanze. 6 su 10 sono di
questa opinione. Si tratta di una posizione minoritaria in soli tre
Paesi, con i cinesi che sono i meno propensi a lamentarsi in tal
senso. I turchi, invece, così come anche i brasiliani, sono
tra quelli che si lamentano di più (Fig.
9).
Le spese legate all’automobile sono più alte negli
Stati Uniti, in Austria e in Norvegia, con quasi 2.000 euro
all’anno (Fig. 10).
Tuttavia, se prendiamo in considerazione anche il reddito annuo
netto pro capite, l’incidenza dei costi di utilizzo
dell’auto (carburante, manutenzione e assicurazione) appare
molto diversificata. Negli USA i costi legati all’auto
valgono la percentuale più bassa rispetto al reddito (6,4% del
rispettivo reddito annuale totale, in Messico è 13,3%, il
doppio).
COSTI SEMPRE MAGGIORI
Non solo le auto sono costose da gestire al giorno d’oggi, ma
questi costi continuano ad aumentare. Più di 8 intervistati su
10 la pensano così. In tutti i Paesi presi in esame la
maggioranza degli intervistati ritiene che i costi di utilizzo
dell’auto siano in aumento (Fig. 11). Non
sorprende che, date le circostanze economiche in cui versano, i
turchi siano estremamente d’accordo su questo punto (95%).
Quasi lo stesso numero di sudafricani è d’accordo.
Bisogna andare in Asia, in particolare in Giappone e in Cina, se si
vogliono trovare automobilisti meno critici a tal riguardo, con
poco meno di 7 intervistati su 10 che dichiarano, invece, che i
costi di gestione dell’automobile non sono aumentati.
AMMORTAMENTO:
UN COSTO NASCOSTO DELLA MOTORIZZAZIONE
Quando si fa il bilancio relativo alla propria auto bisogna
considerare non solo i costi ma anche le perdite subite. In
quest’ottica, il deprezzamento del veicolo è
particolarmente importante nei paesi europei, privando gli
automobilisti di un margine di manovra finanziario per
l’acquisto della prossima auto. Tale deprezzamento è
particolarmente sentito nei modelli elettrici più recenti,
dato il maggiore tasso di obsolescenza per quanto riguarda i
prodotti innovativi ad alta tecnologia (Fig.
12).
ASSICURAZIONE E MANUTENZIONE, DUE COSTI CONSIDERATI ANCORA RAGIONEVOLI
NESSUNA ASSICURAZIONE CONTRO I COSTI
ELEVATI
L’assicurazione è la prima voce di spesa esaminata da
L’Osservatorio Auto Findomestic. Il suo costo è
considerato elevato da quasi un intervistato su due (Fig.
13). A rischio di ripetersi e, non sarà questa
l’ultima volta che accade, i turchi sono i più propensi
a definire questo costo eccessivo (71%), mentre i tedeschi sono i
meno propensi a farlo (38%). Il divario geografico che si crea
intorno a questo tema rivela che la maggior parte degli
intervistati, nei vari Paesi europei, ritiene che
l’assicurazione sia troppo costosa.
È il caso, in particolare, del Belgio e della Norvegia. In
Italia, invece, il campione si spacca esattamente a metà.
Eppure, non esiste una vera correlazione tra il costo dell’assicurazione e la sensazione di pagare troppo. Con quasi 1.000 euro all’anno, gli austriaci sostengono i costi assicurativi più elevati, ma sono tra i meno propensi a considerare il prezzo eccessivo. Dall’altro lato della classifica, i polacchi sono tra i più critici, nonostante paghino meno per le proprie polizze (Fig. 14).
RIPARAZIONI: UN MALE MINORE
Per quanto riguarda la manutenzione e le riparazioni, la seconda
voce di spesa per i proprietari di veicoli, le opinioni degli
automobilisti sono più moderate, con poco più di 4
intervistati su 10 che le considerano troppo elevate (Fig.
15). Ancora una volta, i turchi sono in cima alla lista
(72%), seguiti questa volta dai giapponesi, anch’essi in
rivolta per i prezzi elevati. Nel frattempo, gli americani e gli
inglesi non sembrano soffrire eccessivamente per l’esborso
finanziario (30% e 34%). Gli italiani, invece, si allineano alla
media A giudicare dal costo delle riparazioni dei veicoli e dalla
rispettiva percentuale di reddito medio che esse rappresentano, i
giapponesi sembrano avere buone ragioni per essere irritati.
Con una spesa media di 901 euro all’anno, sono nettamente
sopra la media, seguiti a distanza dai norvegesi e dagli austriaci.
Ancora una volta, i polacchi sono quelli che spendono meno di tutti
(326 euro) (Fig. 16).
Se consideriamo il rapporto riparazioni/reddito, i giapponesi si
trovano al secondo posto, mentre i messicani sono di nuovo in testa
(rispettivamente 2,7% e 3,1%). In fondo alla classifica troviamo
gli stessi due Paesi: Polonia e Stati Uniti.
Inoltre, è importante sottolineare che la spesa per le
riparazioni è molto simile a prescindere dal fatto che i
veicoli vengano acquistati nuovi o usati. Le auto nuove sono di
solito sottoposte a manutenzione regolare presso i concessionari,
il che comporta un costo più elevato, mentre i veicoli di
seconda mano tendono a essere riparati più frequentemente, ma
a prezzi più bassi.
PROBLEMA RIFORNIMENTO
CARBURANTE... QUANTO MI COSTI!
Mentre il costo dell’assicurazione e delle riparazioni è
oggetto di discussione, non si può dire lo stesso per il
carburante. I risultati sono chiari: 7 automobilisti su 10
ritengono che la spesa per il carburante sia elevata (Fig.
17).
La Cina è l’unico paese in cui questa opinione non va
per la maggiore, anche se non di molto visto che il 49% degli
automobilisti cinesi, la pensa allo stesso modo. In tutti gli altri
Paesi, non ci sono dubbi, soprattutto in Turchia, dove 9 persone su
10 ritengono che il costo del carburante sia troppo elevato.
L’IMPATTO DEI PREZZI ALLA POMPA,
VARIA
In pratica, la spesa mensile media per il carburante degli
automobilisti dei 18 Paesi, presi sotto esame da
L’Osservatorio Auto Findomestic 2023 è di €133.
Sebbene i prezzi siano saliti alle stelle ovunque, ci sono
differenze significative tra i vari Paesi (Fig.
18).
Gli automobilisti giapponesi dichiarano la spesa mensile stimata
più bassa: 92 euro. In tutti gli altri Paesi la cifra supera i
100 euro, in alcuni casi con un margine significativo. In Belgio e
negli Stati Uniti, la coppia leader in questa precisa classifica,
la spesa per il carburante ammonta a 165 euro al mese.
Nella maggior parte dei Paesi dell’UE, Portogallo e Polonia a
parte, la spesa mensile per il carburante è abbastanza
simile.
TAGLIARE I COSTI, A OGNI COSTO
AGIRE IN PRIMA PERSONA:
GLI AUTOMOBILISTI SI STANNO ORGANIZZANDO
Di fronte a una situazione economica che appare sempre più
cupa, gli automobilisti sono tutt’altro che compiacenti.
Essi, infatti, ritengono che i costi di gestione della propria auto
siano troppo elevati. 6 automobilisti su 10 stanno adottando misure
per limitare questi costi (Fig. 19).
Questa reazione è stata particolarmente forte nei quattro
Paesi con le economie più deboli, con tre quarti dei
sudafricani, dei brasiliani e dei messicani che hanno adottato
misure specifiche e una percentuale ancora più alta di
turchi.
Tra i restanti Paesi, la Francia ospita la maggior parte degli
automobilisti desiderosi di agire (7 su 10). Al contrario,
giapponesi, britannici, austriaci e olandesi mostrano meno
entusiasmo.
UN ATTACCO AL CONSUMO DI CARBURANTE
Agire? Certo, ma come? Non è necessario essere indovini per
capire dove si dovrebbero concentrare gli sforzi. La risposta
appare chiara dalle pagine precedenti. Secondo il 65% degli
intervistati, la priorità principale è ridurre la spesa
per il carburante (Fig. 20).
I giapponesi sono l’unica eccezione. Come abbiamo visto in
precedenza, non sembrano soffrire eccessivamente per i prezzi alla
pompa, mentre in tutti gli altri paesi il costo del carburante ha
attirato l’attenzione dei cittadini, molto più di
qualsiasi altro fattore. E l’Europa è compatta
nell’esprimere il desiderio di limitare il costo del
carburante.
L’analisi di ogni altra voce di costo rivela differenze a
livello locale. In Francia ridurre la spesa per i pedaggi
autostradali è la seconda voce in ordine di priorità. In
Belgio, Brasile e Paesi Bassi la spesa per i parcheggi è al
secondo posto. In Italia e Giappone si pensa più che altro a
ridurre i costi dell’assicurazione.
PRIORITÀ N° 1: GUIDARE MENO PER CONSUMARE
MENO
Per ridurre la spesa per il carburante, gli automobilisti sono
disposti a prendere in considerazione diverse opzioni, la prima
delle quali è la più ovvia: guidare meno. 6 persone su 10
hanno adottato questa misura. Il consenso è ampiamente
favorevole a questo approccio, con le eccezioni del Giappone e
della Cina, dove rispettivamente solo 1 automobilista su 3 e solo 1
su 5 è disposto a prendere in considerazione questa soluzione.
Insieme ai sudafricani, i francesi sono i più propensi a
ridurre il chilometraggio percorso (rispettivamente 69% e
65%).
Gli automobilisti sono quindi disposti a guidare meno, ma il 46%
degli intervistati si concentra più sul confrontare i prezzi
del carburante e sulla ricerca di benzinai più
economici.
Paradossalmente, questo significa che vanno più lontano e
quindi consumano più carburante. Questa opzione piace molto
meno a turchi e sudafricani.
Una percentuale quasi identica di automobilisti (44%) è
disposta a modificare il proprio stile di guida. Ciò significa
guidare in modo più fluido e più lento. I norvegesi,
molti dei quali utilizzano veicoli elettrici, non sono
particolarmente propensi a togliere il piede
dall’acceleratore o a guidare in modo meno aggressivo
(24%).
Su questi tre punti, la differenza tra residenti in aree rurali e
urbane è significativa. Il 61% di coloro che abitano in aree
rurali pensa di guidare meno, rispetto al 51% di coloro che abitano
in aree urbane.
Quando si tratta di cercare un carburante più economico e di
guidare in modo più economico, il divario è minore
(rispettivamente 4% e 6%).
Se si considera la classifica delle misure che le persone sono
disposte a adottare, il passaggio ad altre modalità di
trasporto è un’altra opzione abbastanza diffusa (36%),
in particolare tra gli abitanti delle città (39% contro il 27%
degli abitanti delle campagne), ma è chiaro soprattutto che
alcune soluzioni eco-compatibili sono di scarso interesse per gli
automobilisti.
La scelta di un veicolo più efficiente dal punto di vista dei
consumi interessa solo 1 persona su 5 e il ride sharing solo 1 su
10. Tuttavia, quest’ultimo dato raggiunge 1 su 5 in Turchia,
Sudafrica e Messico (Fig. 21).
RIPARARE LA PROPRIA AUTO CONVIENE SEMPRE
Focalizzarsi sulla manutenzione è un’altra possibile
strada per gli automobilisti che vogliono ridurre le spese
(Fig. 22). Tra gli automobilisti che cercano di
ridurre i costi, quasi 4 su 10 scelgono di far revisionare e
riparare il proprio veicolo da meccanici di fiducia in alternativa
al concessionario.
Le due nazioni iberiche sono quelle in cui i concessionari
dovrebbero essere più preoccupati. Anche la manutenzione fai
da te risulta essere molto diffusa, con 3 automobilisti su 10 che
dichiarano di essere pronti a sporcarsi le mani. Le percentuali
più alte di meccanici a domicilio si registrano in Cina e
negli Stati Uniti. Un quarto degli intervistati si affida a una
soluzione ancora più radicale: ridurre la quantità di
interventi di assistenza e manutenzione sui propri veicoli.
Più di 4 turchi su 10 si dicono molto allettati da questa
idea.
SI PREVEDONO MENO RISPARMI SUL VERSANTE
ASSICURATIVO
Risparmiare sull’assicurazione è un po’ più
complicato (Fig. 23). È importante
sottolineare, innanzitutto, che il 24% di coloro che cercano di
ridurre i costi non ha fatto alcun passo in questa direzione e gli
europei sono i più restii a farlo.
La via maestra per risparmiare sull’assicurazione resta
quella di confrontare le varie proposte (32%), una pratica che
è stata adottata in maniera molto disomogenea. Infatti, il 47%
degli automobilisti in Turchia sceglie di farlo, rispetto ad appena
il 19% nei Paesi Bassi. Per questioni puramente economiche, il 17%
ha deciso di ridurre la propria copertura. Il 6% ha addirittura
deciso di guidare senza assicurazione.
Un’altra strada, altrettanto battuta, è quella di
cambiare regolarmente assicuratore (19%), con i cinesi e gli
inglesi in testa. Tra gli automobilisti, sembra molto apprezzata
anche l’abitudine di parcheggiare l’auto in luoghi
sicuri al fine di evitare possibili incidenti (17%). Le
assicurazioni su misura, comprese le polizze legate al
chilometraggio percorso, piacciono al 12% degli intervistati.
IN ATTESA DI RISPOSTE DALLE CASE AUTOMOBILISTICHE E DAI GOVERNI
Se da una parte gli automobilisti stanno facendo del proprio
meglio ai fini di ridurre i costi di utilizzo del proprio veicolo,
dall’altra si aspettano altrettante iniziative, da parte di
governi e casa automobilistiche, che vadano nella stessa
direzione.
Per quanto riguarda il miglioramento dei trasporti pubblici, le
opinioni di cinesi e americani sono in contrasto (36% contro 15%).
Per quanto riguarda il sostegno a chi passa a un veicolo elettrico,
Spagna e Germania sono agli antipodi (31% e 14%).
1 AUTOMOBILISTA SU 2 VORREBBE CHE IL GOVERNO INTERVENISSE SUI PREZZI DEL CARBURANTE
I GOVERNI DEVONO AGIRE
La prima misura che i cittadini chiedono ai propri governi è
di tipo finanziario, con gli intervistati che vorrebbero
innanzitutto un tetto ai prezzi del carburante (Fig.
24). 1 automobilista su 2 desidera una misura di questo
tipo. Fanno eccezione cinesi e giapponesi che non chiedono alcuno
sconto sul prezzo dei carburanti (36%).
Sempre sul fronte finanziario, quasi 4 automobilisti su 10
vorrebbero che il governo riducesse le varie tasse a carico degli
automobilisti. Ci sono altre due misure che ottengono livelli di
popolarità quasi uguali: poco più di un intervistato su
cinque vorrebbe che il trasporto pubblico fosse ulteriormente
migliorato e che fosse offerto un sostegno a chi acquista veicoli
elettrici. Entrambe le soluzioni sono volute soprattutto dagli
abitanti delle città.
LE CASE AUTOMOBILISTICHE DEVONO METTERE LE MANI SUL
VOLANTE
Se è vero che gli automobilisti si aspettano delle risposte
dal governo, è altrettanto vero che le attendono anche dalle
case automobilistiche che non devono stare lì a guardare,
incoraggiate dai risultati ottenuti (argomento ampiamente trattato
in seguito). Ovviamente, anche le case automobilistiche dovranno
concentrarsi sul fattore carburante (Fig.
25).
Il 64% degli intervistati ritiene che i produttori debbano
innanzitutto progettare veicoli più efficienti dal punto di
vista dei consumi. Si tratta di un’opinione condivisa da
quasi il doppio delle persone rispetto alla voce successiva
dell’elenco, a ulteriore riprova dell’immensa
importanza che gli automobilisti attribuiscono a questo tema. Non
sorprende che i norvegesi e gli americani siano i meno propensi a
sostenere questo tipo di misure (rispettivamente il 56% e il
53%).
La prima è una nazione di utilizzatori di veicoli elettrici,
mentre la seconda una terra di carburanti a basso costo.
Un altro approccio, volto a ridurre il consumo di carburante per
vie traverse, è la progettazione di veicoli più leggeri
(32%). Questa è una strada maestra in Germania; nazione famosa
per le sue grandi berline.
Limitare i costi di distribuzione e ridurre la quantità di
accessori montati sui veicoli, sono due opzioni che ottengono un
riscontro molto meno positivo e, questo, è un altro segnale
che indica che le case automobilistiche dovrebbero davvero
indirizzare le proprie energie verso un maggiore risparmio di
carburante, che ha un chiaro impatto quotidiano.