Lo scenario economico
I CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Da fine febbraio, l’emergenza scaturita dalla diffusione
del Covid-19 e le conseguenti severe misure di contenimento del
virus (distanziamento sociale e chiusura delle attività non
essenziali) che si sono protratte fino agli inizi di giugno hanno
stravolto i comportamenti di spesa delle famiglie italiane.
L’elevata incertezza e gli impatti sul mercato del lavoro e
dei redditi, seppure calmierati dalle politiche di sostegno del
governo, hanno fortemente pesato sulle decisioni di spesa delle
famiglie (-11.7% in valore nel primo semestre rispetto al
corrispondente periodo del 2019), determinando un rilevante
incremento della propensione al risparmio (salita nel primo
semestre al 16%, dall’8.1% 2019), indotto anche
dall’impossibilità di consumare per le restrizioni
imposte dal lockdown. Contestualmente le forti limitazioni alla
mobilità internazionale hanno imposto un marcato calo della
spesa dei turisti esteri, interrompendo bruscamente il favorevole
ciclo positivo in atto negli ultimi anni, con impatti rilevanti per
la filiera del turismo e la moda.
Le informazioni quali-quantitative prospettano un rimbalzo dei
consumi nel terzo trimestre. Dopo i primi contenuti segnali di
ripresa osservati a maggio, con la riapertura graduale di
attività non essenziali e la maggiore libertà di
movimento, i consumi hanno mostrato nei mesi successivi una
ripresa, registrando un vivace rimbalzo nel terzo trimestre. I dati
disponibili confermano l’elevata disomogeneità nelle
dinamiche tra i comparti di consumo. La ripresa ha interessato
trasversalmente i diversi comparti, mostrando però una minore
velocità di recupero per i servizi, in particolare di quelli
che hanno a che fare con la relazione sociale (turismo,
intrattenimento culturale, ricreativo e alberghi e ristorazione),
condizionati dal permanere di misure di distanziamento e dalle
restrizioni della mobilità internazionale. Nonostante il
miglioramento nei mesi estivi, grazie al ritorno sul territorio
nazionale di una parte della spesa degli italiani prima effettuata
all’estero, il bilancio turistico si conferma tra i più
penalizzati.
Tra i beni nei mesi estivi si è consolidato il trend di
crescita del valore delle vendite al dettaglio di beni alimentari
(+3.1%) ed ha mostrato decisi segnali di ripresa la domanda di beni
non alimentari, il cui consuntivo dei primi nove mesi (-13.6%
rispetto al 2019) resta però fortemente condizionato dal
crollo dei mesi di lockdown e piuttosto disomogeneo sia tra i
mercati sia al loro interno. La ripresa è stata infatti
trainata da alcuni comparti di consumo, legati alle nuove esigenze
di vissuto in casa emerse nel corso della crisi sanitaria. Tra
questi spiccano i beni informatici (pc, tablet, webcam), necessari
per lo smartworking e la didattica dentro casa e alcuni comparti
dei beni durevoli per la casa (piccoli elettrodomestici per la
persona e la cucina e mobili), sostenuti dall’esigenza di
migliorare il comfort e il benessere domestico. Più lento
invece il recupero dei consumi di abbigliamento e calzature e di
beni durevoli per la mobilità. Per le auto nuove, infatti,
seppure in ripresa nei mesi di agosto-ottobre (circa +20% rispetto
allo stesso periodo del 2019), sostenuta dagli incentivi, il
bilancio dei primi 10 mesi resta molto negativo (-23.5%). Più
vivace, invece, il recupero per le moto, in atto da giugno, che ha
consentito una netta attenuazione del trend negativo.
L’evoluzione delle vendite per forma distributiva di fonte
Istat conferma, inoltre, il rilevante spostamento delle
modalità di acquisto verso l’e-commerce che nei primi
nove mesi del 2020 archivia una crescita del 29.9%, dato che
incorpora il balzo evolutivo registrato nei mesi di lockdown e il
proseguimento della crescita nei mesi successivi.
Anche se in ripresa nella seconda parte dell’anno,
l’intensità del calo del primo semestre e la
recrudescenza dell’epidemia determineranno un pesante
deterioramento dei consumi interni nel 2020 (-11.2% in media
d’anno), sintesi di un calo del -10% della spesa delle
famiglie italiane e di un dimezzamento della spesa dei turisti
stranieri in Italia. Nei prossimi mesi molteplici fattori
impediranno ai consumi di ripianare completamente le cadute della
prima parte dell’anno. Tra questi la mancata ripartenza del
turismo estero, la riduzione dell’offerta in molti settori
(intrattenimento, ristorazione, trasporti) per via del permanere di
restrizioni (recentemente rinnovate) anti Covid e la minore
predisposizione dei consumatori a fruire di servizi non necessari.
Peserà inoltre la riduzione dei redditi, parzialmente mitigata
dalle misure di politica fiscale, che manterrà elevata la
propensione al risparmio anche nella seconda parte del 2020.
Nel 2020, l’esperienza vissuta dei mesi di lockdown e quella
della convivenza con il virus della seconda parte dell’anno
porteranno a un importante ricomposizione del paniere dei consumi,
con un incremento dei consumi legati allo stare in casa, dalla
spesa alimentare domestica, alle spese per l’abitazione
(utenze, manutenzione) e l’ambiente domestico (miglioramento
del comfort e della dotazione tecnologica domestica).
Relativamente al mercato dei beni durevoli, monitorato
nell’Osservatorio, si stima nel 2020 in media d’anno un
calo della spesa dell’11,4%, che interrompe bruscamente il
percorso di recupero dai livelli di minimo toccati nella precedente
crisi dei redditi del biennio 2012-’13. All’interno del
mercato dei durevoli, maggiori penalizzazioni sono attese per il
comparto della mobilità (-15.7% in valore), in ragione di un
calo trasversale a tutti i segmenti e più intenso per le auto
nuove, la cui spesa è stimata ridursi di circa il 20% in
valore, nonostante il sostegno degli incentivi messi in campo dal
governo per favorire la diffusione delle vetture ecologiche e
politiche particolarmente aggressive dei concessionari per smaltire
lo stock di invenduto accumulato nei mesi primaverili di lockdown.
Meno intenso il calo delle auto usate (-13% in valore nel 2020),
che ha potuto beneficiare, in un contesto di elevata incertezza e
calo dei redditi, di prezzi mediamente più accessibili
rispetto al nuovo, e delle due ruote (-8.3% in valore), la cui
domanda è stata sostenuta anche dal maggiore utilizzo del
mezzo proprio per gli spostamenti in ambito urbano, dati gli alti
rischi e le limitazioni legate alla fruizione dei servizi di
trasporto pubblico (autobus e metropolitana).
Nel mercato dei beni per la casa, invece, si stima un calo del
-5.6% in valore, con ampie differenze tra i diversi comparti di
consumo. A fronte della riduzione di circa l’11% della spesa
per l’acquisto di mobili, il mercato della tecnologia
consumer è atteso mostrare una sostanziale tenuta (-0.1% in
valore), grazie alla rilevante crescita dei consumi di information
technology (+23.5%) e di piccoli elettrodomestici (+9.5%), favoriti
dalle nuove esigenze di vissuto in casa, che hanno parzialmente
attenuato la riduzione della spesa per l’acquisto degli altri
beni della tecnologia consumer.