Lo scenario economico
I CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Il 2021 si è aperto con alcune criticità, dettate
dalla terza ondata della pandemia che non ha permesso di allentare
le misure di restrizione alla mobilità e socialità
introdotte a fine 2020 ed ha mantenuto in calo i consumi interni
nel primo trimestre. A partire da marzo, l’accelerazione
della campagna di vaccinazione, l’allentamento delle misure
di restrizione, il calo dei contagi e il miglioramento della
fiducia delle famiglie hanno consentito un forte rimbalzo dei
consumi interni (5.2% a prezzi costanti rispetto al primo trimestre
precedente). Le famiglie hanno speso con ritrovata fiducia,
impiegando parzialmente i risparmi accumulati durante la fase
più acuta della crisi. La crescita è risultata diffusa a
tutti i comparti di consumo, mostrando una maggiore intensità
per la domanda di servizi, che ha riflesso il significativo aumento
della mobilità delle persone, per svago e per lavoro.
A consuntivo del primo semestre del 2021 i consumi interni si sono
collocati su livelli superiori del 3.7% a prezzi costanti rispetto
al corrispondente periodo del 2020. Una dinamica tuttavia che
sconta i bassi livelli toccati nei mesi primaverili dello scorso
anno; se confrontati con il periodo pre-Covid, persiste infatti
ancora un gap superiore al -10.5% a prezzi costanti rispetto al
primo semestre del 2019 (-8.2% in valore). Il ritardo nel percorso
di recupero dei livelli pre pandemici è particolarmente
elevato per i servizi (circa -18%) e per i beni semidurevoli (circa
-16%), abbigliamento e calzature in primis. All’estremo
opposto i consumi di beni durevoli si sono collocati su livelli
superiori di oltre il 3% a quelli del primo semestre 2019, grazie
alla vigorosa crescita della domanda di beni tecnologici e per la
casa, sostenuta anche dagli incentivi e dalla spinta alla
ristrutturazione delle abitazioni. Sostanzialmente stabili rispetto
ai livelli pre-Covid, invece, i beni non durevoli, con il rilevante
contributo dei consumi alimentari.
Le indicazioni quali-quantitative indicano il proseguimento della
crescita dei consumi anche nella seconda parte dell’anno. Una
stagione estiva molto favorevole dovrebbe aver continuato a
sostenere la domanda dei servizi, già protagonisti della
ripresa del secondo trimestre, che ha beneficiato anche della
ripartenza del turismo internazionale. Meno vivace sarà il
contributo delle altre componenti di spesa, come evidenziato
dall’andamento delle vendite al dettaglio. Al netto di un
eventuale peggioramento del quadro pandemico, nell’ipotesi
che l’aumento dei contagi in atto non aggravi il carico delle
ospedalizzazioni, i mesi finali dell’anno dovrebbero
confermare trend positivi, pur con minore slancio rispetto
all’estate.
In media d’anno, pertanto, nel 2021 si stima una crescita
dei consumi interni del +4.2%, a prezzi costanti. Il rimbalzo
sarà particolarmente intenso per le categorie di spesa
più colpite lo scorso anno, ma a fine anno solo i beni
durevoli e gli alimentari, questi ultimi cresciuti anche nel 2020,
avranno recuperato pienamente i livelli del 2019. Per il complesso
dei consumi interni, il gap rispetto ai livelli pre-pandemici si
attesterà ancora al -8.2% nel 2021 (-6.6% in valore), con
ritardi ancora in doppia cifra per l’abbigliamento e le
calzature.
Dal 2021 la ripresa dei consumi sarà sostenuta dalla
riattivazione della domanda del comparto dei beni non alimentari e
dei servizi che, dopo il pesante calo del 2020 imboccherà un
sentiero di crescita. Nel 2021, in particolare, si attende un
rimbalzo più forte per i consumi di beni durevoli, sostenuti
dalla forte attenzione all'efficienza energetica e alla
sostenibilità ambientale oltre che dagli incentivi, che
imprimeranno una spinta alla ristrutturazione delle abitazioni e, a
traino, degli ambienti interni.
Gli effetti della pandemia sui consumi si riassorbiranno lentamente
contribuendo alla ricomposizione del paniere di spesa verso le
categorie legate allo stare in casa - dall'alimentare all'ambiente
domestico (miglioramento del comfort e della dotazione tecnologica)
- a scapito dei beni per la mobilità e socialità, per i
quali si stima un recupero lento e parziale dei livelli pre
pandemia.
Gli elementi di incertezza del presente scenario restano legati a
doppio filo all’evoluzione della pandemia nei mesi invernali
che potrebbe di nuovo smorzare il percorso di ripresa della domanda
non alimentare, e soprattutto dei beni e servizi legati alla
mobilità e socialità. Contribuisce, inoltre, al clima di
incertezza la ripresa dell’inflazione al consumo. Nel nostro
scenario previsivo formulato a settembre si stima
un’accelerazione dei prezzi al consumo all’1.7% nella
media del 2021, spinta dai rincari dei beni energetici, dovuti a
fattori temporanei che dovrebbero rientrare già il prossimo
anno. Il dato medio tuttavia non deve far trascurare il profilo
molto ripido che l’inflazione ha assunto nei mesi autunnali,
arrivando al 3% in ottobre, per il sommarsi di effetti base e di
una trasmissione degli impulsi internazionali a valle nella catena
produttiva. La maggiore onerosità delle spese obbligate
(combustibili, utenze domestiche, etc,) potrebbe drenare risorse da
destinare agli altri comparti di consumo, contribuendo ad attenuare
il passo della ripresa dei consumi.
Relativamente ai beni durevoli monitorato
nell’Osservatorio, nel 2021 si stima in media d’anno un
incremento della spesa del 13.7% che consentirà al mercato di
posizionarsi su livelli superiori del 2% rispetto a quelli
pre-Covid. In un contesto di forti rincari sui prezzi di molti dei
principali input produttivi e di difficoltà di
approvvigionamento dei produttori, a fronte di una vigorosa
crescita della domanda, soprattutto nei comparti dei beni durevoli
per la casa, si stima un rafforzamento dei prezzi al 3%.
All’interno del mercato, segni positivi trasversali ai
diversi comparti. Per il comparto della mobilità si stima una
crescita del 12.1% in valore, insufficiente tuttavia a colmare il
gap maturato con la crisi. A fine 2021 le vendite potrebbero,
infatti, risultare inferiori del 4.5% ai livelli pre-pandemici del
2019. Il gap maggiore rispetto al pre-crisi sarà appannaggio
delle auto nuove che, seppure in ripresa (+10.5%), si manterranno
su valori di mercato inferiori dell’8.5% rispetto al 2019.
Risultato meno penalizzante per le auto usate che, grazie ad una
crescita del +12.5% nel 2021, si assesteranno su valori inferiori
del 2.4% rispetto al pre-pandemia, complice anche una caduta meno
accentuata durante la crisi sanitaria del 2020. Decisamente
positiva, invece, l’evoluzione del mercato delle due ruote a
motore che mostrerà una crescita più vivace (+22.5%)
rispetto alle auto, segnale di una rinnovata preferenza dei
consumatori verso questo mezzo di trasporto, e si assesterà su
valori superiori del 14.1% a quelli del 2019.
Nel mercato dei beni per la casa, si stima una crescita del 15.5%
in valore, che porterà nel 2021 le vendite su livelli
superiori del 10.7% rispetto al 2019. Un risultato importante
attribuibile soprattutto ai comparti della tecnologia consumer che
hanno sperimentato nell’anno in corso una crescita vigorosa
(+14.9%), continuando a beneficiare delle nuove esigenze di vissuto
in casa e dell’avvio del rinnovo della dotazione video delle
famiglie. L’elettronica di consumo mostra gli incrementi
più elevati (+38%), seguita da elettrodomestici grandi
(+17.1%) e telefonia (+11.6%); dinamica espansiva anche per
information technology (+6.6%) e piccoli elettrodomestici (+7.4%),
in decelerazione tuttavia dopo il balzo registrato nel 2020.
In decisa ripresa, infine, anche la spesa per l’acquisto di
mobili (+16.1% in valore), che porta il mercato su livelli
superiori del 2.2% rispetto a quelli del 2019.