Lo scenario economico
I CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Nella prima parte del 2023 i consumi si sono mantenuti in
crescita. Nonostante l’inflazione persistente e una politica
monetaria sempre più restrittiva le famiglie italiane sono
apparse ancora motivate a recuperare i livelli di spesa pre-Covid.
Un orientamento favorito anche dal supporto fornito dalla crescita
dello stock di reddito disponibile, garantito dal miglioramento dei
livelli occupazionali che ha, almeno in parte, compensato la
perdita di reddito reale provocata dall’inflazione
elevata.
Gli effetti del deterioramento del potere d’acquisto delle
famiglie iniziano, tuttavia, a farsi più tangibili. I dati di
contabilità nazionale segnalano un netto rallentamento
congiunturale nel secondo trimestre del 2023 (+0.3% rispetto al
primo trimestre), che fa archiviare il primo semestre con una
moderata crescita (+2.4%) rispetto al corrispondente periodo
dell’anno scorso. In termini tendenziali, la crescita è
stata alimentata esclusivamente dai servizi, mentre i consumi di
beni sono risultati in calo rispetto al primo semestre del 2022.
Tra questi, solo i consumi di beni durevoli hanno evidenziato un
certo slancio, al traino delle immatricolazioni auto, mentre una
dinamica negativa si è registrata per i semidurevoli e i non
durevoli.
In prospettiva permangono elevate le incertezze sulla tenuta dei
consumi che, esaurito l’effetto rimbalzo nei comparti di
spesa legati a socialità e turismo, e con il probabile venir
meno dei sostegni alle famiglie a basso reddito, potrebbero
risentire del permanere di un’inflazione su livelli
elevati.
In tale contesto, pertanto, si stima che nel terzo trimestre
l’impatto del turismo si sia mantenuto positivo, continuando
a sostenere la crescita dei servizi e dei consumi interni, mentre
nei mesi finali dell’anno si attende una sostanziale tenuta,
zavorrata dal calo dei consumi di beni, come segnalato
dall’andamento delle vendite al dettaglio. L’indice
delle vendite al dettaglio (al netto dei mezzi di trasporto) mostra
infatti per i primi 9 mesi del 2023 un calo tendenziale dei volumi
d’acquisto del 3.8%, a fronte di un aumento del valore della
spesa del 3.7%. La contrazione dei volumi è trasversale ai
comparti e sfiora il -4.4% se si guarda ai soli prodotti
alimentari, per un controvalore in euro in accelerazione
tendenziale del 6.7%.
In media nel 2023 i consumi interni sono attesi mostrare una
crescita dell’1.4% a prezzi costanti, in forte attenuazione
rispetto al 2022. I miglioramenti del mercato del lavoro,
l’utilizzo del risparmio accumulato in pandemia e politiche
fiscali, ancora moderatamente espansive, consentiranno di attenuare
l’impatto negativo dell’inflazione sul potere di
acquisto.
L’erosione dei redditi e l’aumento dei tassi di
interesse incideranno soprattutto sui beni durevoli per la casa,
che scontano anche gli elevati livelli raggiunti post pandemia; in
ripresa, invece, le vendite di beni durevoli per la mobilità,
trainate dagli acquisti di auto, in recupero dai minimi toccati nel
triennio 2020-‘22. Tra gli altri beni, invece, soffriranno
soprattutto gli alimentari, con consumi in calo a prezzi costanti,
che continueranno ad essere penalizzati da un’inflazione
elevata e dallo spostamento della domanda verso il canale del fuori
casa. Battuta d’arresto per la ripresa dei consumi di
abbigliamento e calzature, messi sotto la lente del risparmio e del
contenimento da parte delle famiglie con redditi medio-bassi. Per
contro, proseguirà il recupero della domanda di servizi, in
particolare nei comparti legati alla socialità (alberghi e
ristoranti, cultura e spettacolo), ma attenuandosi dopo il rimbalzo
del 2022.
Relativamente ai beni durevoli monitorati
nell’Osservatorio, dopo il calo del 2022, nel 2023 la spesa
è stimata registrare una crescita del 9.4%, che porterà
il mercato su livelli superiori ai 75 miliardi di euro, quasi 6
miliardi in più rispetto ai valori del 2019. La dinamica
è attribuibile alla crescita sia dei volumi (+2.3%) sia
soprattutto dei prezzi (+7%), che continuano a incorporare il
trasferimento sui listini di vendita dei rincari di molti dei
principali input produttivi, sia nei comparti mobilità sia in
quelli dei beni durevoli per la casa. I volumi di vendita, invece,
sono attesi recuperare un trend di crescita, imputabile
esclusivamente alla ripresa degli acquisti di auto nuove e usate,
dopo le difficoltà del 2022.
L’evoluzione della spesa per l’acquisto di beni
durevoli è sostenuta dalla dinamica dei beni per la
mobilità, attesa mostrare le migliori performance sia in
valore sia in volume. Per il comparto della mobilità si stima
infatti una crescita del 18.8% in valore, imputabile alla ripresa
dei volumi di vendita (+10.5%), dopo il forte deterioramento del
2022, a fronte di una crescita dei prezzi del 7.6%. Performance
decisamente positive per il comparto delle auto nuove che, dopo il
significativo ridimensionamento della spesa delle famiglie del
2022, sono attese recuperare un trend di crescita (+18.2% in
valore, a fronte di prezzi in crescita del 4.7%). Altrettanto
vivace, inoltre, l’incremento atteso per le auto usate
(+18.8% in valore), in ragione di una ripresa dei volumi (+7.5%) e
un’accelerazione dei prezzi, stimata nell’ordine del
10%. Si conferma, infine, migliore, l’evoluzione del mercato
delle due ruote a motore che mostrerà una crescita del 23.1%
in valore, grazie alla spinta dei volumi di moto e scooter targati,
trasversale alle diverse cilindrate.
Nel mercato dei beni per la casa, invece, la spesa è attesa
mostrare un calo (-0.3% in valore), consolidando tuttavia il giro
di affari su livelli elevati di 33.5 miliardi di euro (4 miliardi
in più rispetto al 2019). A fronte di un incremento dei prezzi
(+6%) più contenuto rispetto a quello della mobilità, si
attende un calo piuttosto intenso dei volumi di vendita (-5.9%),
che sconta anche gli elevati livelli raggiunti post pandemia.
L’evoluzione delle vendite è imputabile esclusivamente
al comparto della tecnologia consumer, atteso mostrare un calo di
circa il 3%, a fronte di vendite di mobili che si manterranno in
crescita (2.3% in valore), seppure in forte attenuazione rispetto
alla dinamica registrata nel biennio 2021-‘22.
All’interno del mercato della tecnologia consumer, in
particolare, spiccano per intensità del calo i comparti
dell’elettronica di consumo (circa -25% in valore), che
mostrerà il ripiegamento più intenso in termini di volumi
(-26.7%), condizionato dal confronto con i picchi di crescita
indotti dallo switch off, e dell’information technology
(-6%), in saturazione rispetto al balzo del 2020. All’opposto
si collocano i grandi elettrodomestici, stimati mostrare le
performance migliori (+4.9%), in ragione di un incremento dei
prezzi che si manterrà elevato (+6.9%), dovuto anche allo
spostamento verso prodotti premium e più performanti. In
moderata crescita, infine anche i piccoli elettrodomestici (+0.9%
in valore) e la telefonia (+0.7%), comparto quest’ultimo in
cui sarà preponderante l’incremento dei prezzi, a fronte
di volumi di vendita stimati mantenersi in forte calo.