Findomestic

L'Osservatorio
Findomestic

Osservatorio dei Consumi

Osservatorio dei consumi 2016 – I mercati dei beni durevoli e le nuove tendenze di consumo.

La ventiduesima edizione dell'Osservatorio di Findomestic, presentata oggi a Milano, si è occupata di due dei grandi temi che toccano la nostra società: l'invecchiamento della popolazione e l'aumento degli stranieri residenti nel nostro Paese, le loro implicazioni su stili di vita e consumi, nonché le percezioni connesse.

E' seguita, come di consueto, la tradizionale analisi dei mercati dei beni durevoli. Il 2015 ci restituisce uno scenario dei consumi positivo. Il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori, e l'aumento del potere di acquisto, alimentato dalla bassa inflazione hanno sostenuto la ripresa della spesa delle famiglie italiane che ha portato per il 2015 ad un incremento dei consumi totali stimato nell'ordine dell'1,0%, con il comparto dei beni durevoli caratterizzato ancora una volta dalla dinamica più vivace (+7,0%).

 

Dopo sette anni di cali ininterrotti, la spesa per veicoli ha mostrato una decisa ripresa, alimentata dalla necessità di sostituire i vecchi veicoli circolanti. A trainare il recupero è il comparto dell'auto nuova, ma l'intonazione positiva è diffusa a tutte le tipologie di veicoli ed al mercato dell'usato.

La spesa dei beni durevoli per la casa conosce quest'anno una reale ripresa anche se più contenuta rispetto alla spesa in beni legati alla mobilità. Il settore trainante è quello della telefonia, sostenuta dalla diffusione degli smartphone e dei dispositivi internet indossabili. Buona la performance degli elettrodomestici grandi e piccoli, mentre soffrono il settore dell'elettronica di consumo, influenzato dai cambiamenti negli stili di vita dei consumatori, sempre più propensi alla fruizione dei contenuti digitali in mobilità, ed il settore dell'IT famiglie per il ridimensionamento dei media tablet, prodotto che aveva trainato la crescita negli anni passati.

Per quanto concerne il trend demografico e le sue implicazioni, l'Osservatorio ha riscontrato che negli ultimi 40 anni gli over "65enni" sono più che raddoppiati: mentre nel 1971 erano 6 milioni, ora sono ben 13milioni, rappresentando il 21,7% della popolazione; secondo le proiezioni nel 2050 saranno il 33%.

 

Questo andamento implica nell'immaginario del 67% degli italiani che ci saranno difficoltà a pagare le pensioni a tutti, che si avrà una società che spenderà di più in assistenza sociale e sanità pubblica e meno produttiva.

Il 34% delle famiglie italiane, quindi una famiglia su tre, ha un anziano con necessità di assistenza giornaliera o parziale. Nel 77% dei casi ad occuparsene sono soprattutto i parenti: i figli nel 50% delle situazioni, le badanti (21%), il coniuge (16%), altri parenti (14%), oppure la casa di riposo (13%).

 

La spesa media mensile per nucleo famigliare dedicata all'assistenza degli anziani è di 689 euro, una spesa che vale mediamente il 38% del budget famigliare. Per il 43% degli intervistati i costi arrivano ad assorbire fino al 50% del reddito (nel caso di importi pari a 1400 euro).

In questa economia di scambio gli anziani svolgono tuttavia anche un ruolo attivo dal momento che il 31% degli italiani over 65 dà una mano in famiglia ai figli e ai nipoti. Più in particolare il 71% si occupa dei nipoti, mentre il 31% aiuta direttamente i figli. Il loro contributo medio mensile stimato è di circa 385 euro per nucleo famigliare. E' quindi sbagliato considerare gli anziani come un fattore di assorbimento di risorse economiche un peso. Essi infatti costituiscono al contempo una preziosa risorsa: per quasi una famiglia su cinque rappresentano infatti un aiuto importante (19%). Ciononostante il 77% del campione crede che la società non riconosca il valore delle persone che sono avanti negli anni.

Certamente quello che emerge dall'Osservatorio di Findomestic è che la cosiddetta attuale silver generation, supportata da una politica di generoso welfare sociale, lascerà il posto ai senior di domani, che sono piuttosto una bronze generation, con una prospettiva di vita estremamente ansiogena per il peggioramento radicale del welfare, con meno figli e meno supporti di oggi, particolarmente orientata a ricercare e a mantenere una connessione con le nuove generazioni.

Tra i supporti di cui godono gli anziani attualmente, sono senz'altro da menzionare tutti quei migranti che forniscono servizi alle persone: il 77% degli stranieri, secondo gli italiani, effettivamente ricopre ruoli di badante e di colf, seguono professioni come l'operaio edile nel 53% dei casi, il lavoratore agricolo (45%) il domestico (41%), oppure il cameriere/barista (29%).

Il dato sorprendente della ricerca è che solo un quinto degli italiani sa quantificare la presenza degli stranieri in Italia e ben 4/5 ne sovrastima il numero che è di 5.000.000 nel 2015, l'8% della popolazione totale. Nel 1995 erano 685.000 unità con un'incidenza sulla popolazione inferiore all'1%.

 

Per il 42% degli intervistati parlare di "immigrati" evoca pensieri che spaziano nella sfera della diffidenza, mentre nel 61% fa pensare all'area positiva dell'arricchimento/risorsa e a quella delle difficoltà che i migranti incontrano nel loro inserimento e alle motivazioni che li hanno spinti alla fuga dai paesi di origine. Le principali conseguenze della loro presenza sono considerate l'emergere di una società multietnica e multiculturale, in parte meno sicura, ma che certamente fa più figli. Secondo il 53% del campione sia i flussi migratori che l'aumento dell'età media porteranno cambiamenti negli stili di consumo. Certamente i settori più impattati a causa dell'aumento degli stranieri saranno quelli del cibo e delle bevande, quelli dell'abbigliamento e della casa. L'invecchiamento della popolazione impatterà sempre sul mercato dei generi alimentari, ma anche i sistemi di pagamento e il settore del tempo libero.