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Osservatorio Auto 2014: L'automobile, il mezzo pubblico del futuro

E se in futuro l’automobile diventasse una nuova modalità di trasporto pubblico?
Dietro questa domanda apparentemente paradossale, visto che l’automobile è il mezzo di trasporto individuale per eccellenza, si nascondono profonde evoluzioni strutturali nel rapporto tra gli europei e l’automobile. Ieri status symbol, oggi simbolo di libertà, domani mezzo di trasporto come gli altri: ecco come gli europei vedono l’evoluzione del ruolo dell’automobile nella società.
Perdendo parte dell’aura che la circonda e dello status symbol che rappresenta, l’automobile supera inoltre, in qualche modo, il confine che separa lo spostarsi in maniera « egocentrica » dal trasporto « condiviso ». Così, più di un europeo su due immagina che domani l’automobile sarà un bene condiviso e il 73% di essi ritiene che il car pooling e il car sharing si svilupperanno nel corso dei prossimi anni.
Eppure, questi cambiamenti nell’utilizzo dell’automobile non si trasformeranno in una rivoluzione, poiché essa resterà fondamentale per la mobilità quotidiana degli europei, che per il 75% ritengono che tra dieci anni essa manterrà un’importanza superiore o uguale a quella di oggi.
Nulla di cui preoccuparsi quindi per il futuro dell’industria automobilistica. Gli europei sono fiduciosi e pensano che i costruttori di auto sapranno innovarsi per proporre veicoli meno inquinanti e che consumano un quantitativo inferiore di energia. Ai loro occhi, la tecnologia che dovrebbe imporsi è quella ibrida: sebbene il 30% degli europei non sappia come sarà alimentata la prossima vettura che acquisterà, il 25% pensa che guiderà un veicolo ibrido, una percentuale molto più alta rispetto a quelli che scelgono le auto elettriche (7%).
La crisi accelera i cambiamenti e le aspettative degli automobilisti evolvono in modo estremamente rapido, ma l’industria dell’automobile ha sempre saputo adattarsi. Domani, l’auto sarà sempre altrettanto presente, ma avrà utilizzi diversi. Poco a poco, essa si trasforma in un oggetto come un altro, che si condivide più volentieri, ma che resta indispensabile.