Capitolo 2
Risolti i problemi di shortage dell’offerta, nel 2023 il mercato dell’auto nuova ha saldamente recuperato una tendenza espansiva (+19.1% a volume). Un risultato che, pur denotando ancora un ampio gap rispetto ai volumi pre-pandemici, colloca il mercato italiano ai vertici della crescita tra i major market europei. L’aumento delle immatricolazioni si conferma più forte per le persone giuridiche (+27.1%), guidato dal noleggio. Resta più contenuto l’incremento per i privati (+13.4%) che scontano maggiormente le incertezze sia del contesto economico sia in merito alle traiettorie tecnologiche dei nuovi veicoli.
LA STRUTTURA DEL MERCATO: IMMATRICOLAZIONI
Il bilancio 2023 del mercato dell’auto nuova è
fortemente positivo: nonostante lo scarso successo finora riscosso
dagli incentivi sugli acquisti delle vetture meno inquinanti, che
analogamente a quanto accaduto nel 2022 risultano solo parzialmente
utilizzati per la categoria delle auto elettriche pure, nel
complesso dell’anno sono state registrate quasi 1.6 milioni
di nuove autovetture, +19.1% sul 2022. Un risultato che, pur
denotando ancora un ampio gap rispetto ai volumi pre-pandemici,
colloca il mercato italiano ai vertici per crescita tra i cinque
major market europei (tutti comunque attestati su incrementi a
doppia cifra nel periodo). L’aumento della domanda si
conferma più forte per le persone giuridiche (+27.1%), guidato
dal noleggio che conferma il suo dinamismo per la componente di
lungo termine, con qualche segnale di rallentamento nella seconda
parte dell’anno. Resta più contenuto l’incremento
per i privati (+13.4%) che scontano maggiormente le incertezze sia
del contesto economico sia in merito alle traiettorie tecnologiche
dei nuovi veicoli. Tale inversione del mercato dopo il
significativo calo del 2022, con una dinamica settoriale che si
mostra anticiclica rispetto al contesto macroeconomico, è
stata determinata dalla risoluzione dei problemi di
disponibilità di prodotto che avevano condizionato i risultati
dell’anno precedente. Nel corso del 2023 si sono, infatti,
realizzate immatricolazioni di autovetture il cui ordine era stato
effettuato nei dieci-dodici mesi precedenti, grazie alla
disponibilità di componentistica elettronica che ha potuto
sbloccare la filiera produttiva. Un contributo alla crescita del
mercato, in un contesto di fragilità reddituali, di
rallentamento degli investimenti e di inflazione che si è
confermata elevata, è poi venuto anche dalle politiche di
ecoincentivo messe in atto per progredire lungo l’obiettivo
della decarbonizzazione. Nel 2023 sono stati infatti confermati gli
incentivi per l’acquisto di vetture elettriche, ibride e
plug-in, con contributi decrescenti in assenza di rottamazione e
all’aumento delle emissioni (da un massimo di 5 mila euro per
le BEV con rottamazione a un minimo di 2 mila euro per le ibride
senza rottamazione). Il decreto ha inoltre rinnovato il contributo,
più ridotto, pari a 2 mila euro in caso di rottamazione, per
l’acquisto di vetture endotermiche che abbiano emissioni
inferiori ai 135 grammi/km. In parallelo, sono stati stanziati dal
Ministero delle Imprese e Made in Italy, fondi per aiutare la
diffusione delle infrastrutture elettriche presso i privati. Si
tratta di un contributo pari all’80% del prezzo di acquisto e
posa delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli alimentati ad
energia elettrica (come, ad esempio, colonnine o wall box). Il
limite massimo del contributo è di 1.500 euro per gli utenti
privati e fino a 8.000 euro in caso di installazione sulle parti
comuni degli edifici condominiali. Nonostante queste policy, sul
fronte delle alimentazioni, la decarbonizzazione del mercato
italiano appare ancora lontana: volumi e crescite significativi
restano, al momento, appannaggio delle ibride, mentre le
elettrificate (BEV e PHEV) stentano a decollare. Un risultato che
evidenzia un ampio divario con quanto si osserva negli altri
principali mercati europei, dove gli incentivi sono spesso più
sostanziosi lato economico ma, soprattutto, sono estesi alla
clientela business.
Tornando ad esaminare con maggior dettaglio l’andamento
dei due segmenti di clientela, lato famiglie il rimbalzo registrato
dall’immatricolato nel 2023 non è stato sufficiente a
ripianare quanto perso nell’anno precedente, portando i
volumi ad atterrare poco sotto le 900 mila unità, quasi il 20%
in meno del 2019. Nonostante, quindi, le rinnovate politiche di
incentivazione dirette proprio a questo segmento di clientela, il
mercato non è riuscito a riavvicinarsi ai livelli
pre-pandemici, condizionato negativamente dal calo del potere
d’acquisto che ha caratterizzato i bilanci famigliari 2023,
con un’inflazione che è sì scesa dai livelli record
2022, ma si è confermata elevata, soprattutto per la
componente core (il rientro ha caratterizzato soprattutto i prezzi
energetici). I prezzi medi di acquisto delle autovetture nuove,
infatti, sono cresciuti di oltre il 5% nel 2023, confermando le
dinamiche toniche del 2022. Ciò ha reso ancora più
difficile per le famiglie italiane poter sostenere la spesa legata
all’acquisto dell’auto, in un contesto in cui
l’incertezza permane non solo sul contesto economico ma anche
su quello tecnologico.
Lato imprese, pur in assenza in incentivi diretti alla clientela
business, la rinnovata disponibilità di prodotto ha portato le
immatricolazioni a chiudere l’anno con una crescita del
27.1%, portando i volumi di mercato a superare i 700 mila pezzi.
Anche in questo caso non si sono raggiunti i livelli pre-pandemia
ma il gap è inferiore rispetto a quello del mercato dei
privati; il divario rispetto al 2019 tuttavia si è già
chiuso per il comparto del noleggio a lungo termine, che ha
continuato negli anni il suo sviluppo, frenato solo, tra il 2021 e
il 2022, dai problemi di disponibilità di componentistica
elettronica che hanno portato a posticipare le immatricolazioni,
sostenendo i volumi nella prima parte del 2023. Nel secondo
semestre la crescita del comparto ha rallentato, risultato in parte
fisiologico dati gli elevati volumi raggiunti, in parte determinato
dagli effetti di incertezza ed elevato costo del denaro sugli
investimenti delle imprese. Il comparto del noleggio a breve
termine, per contro, si posiziona ancora su livelli sostanzialmente
dimezzati rispetto al pre-Covid, con un andamento in forte crescita
che ha caratterizzato il primo semestre 2023, in cui si sono
rimpolpate le flotte del rent a car in vista di una stagione
turistica estiva, che si è confermata buona, che è stato
però seguito da una frenata del comparto nei mesi successivi.
Nel corso dell’anno, infine, si è osservata una ripresa
dei volumi di autoimmatricolato che, anche se su livelli ancora ben
distanti da quelli degli anni record in cui questo comparto
arrivava a costituire il 15% circa del mercato totale, sono
risultati in crescita a doppia cifra. Risolti i problemi di
disponibilità di prodotto, case e concessionari hanno
riattivato questo canale, che va ad alimentare le vendite di km0
sul mercato dell’usato.
La combinazione degli andamenti dei due canali esaminati porta a
un’ulteriore crescita nel 2023 della quota delle imprese sul
totale delle nuove immatricolazioni, che si avvicina al 45%.
LA COMPOSIZIONE DELLE IMMATRICOLAZIONI
Sul fronte delle alimentazioni, i dati 2023 confermano il forte
ritardo del nostro paese nel processo di decarbonizzazione del
parco auto, soprattutto avendo in mente gli stringenti obiettivi
posti su questo fronte da Bruxelles con la direttiva “Fit for
55”, ovvero in merito al mercato auto la riduzione del 55%
delle emissioni al 2030 e il traguardo di emissioni zero nel 2035.
La quota di immatricolazioni di vetture BEV in Italia nel 2023 si
è posizionata appena sopra al 4%, mostrando un progresso
limitato rispetto al 2022, condizionata da molteplici fattori che
stanno penalizzando il nostro paese nel panorama europeo.
Nell’intero 2023, infatti, la quota di BEV sul totale delle
nuove autovetture immatricolate ha superato il 14% in Europa (dati
di fonte Acea), con penetrazioni superiori alla media in Germania,
Francia e Regno Unito e un’incidenza superiore a quella
italiana anche per l’ultimo dei 5 major market, quello
spagnolo (5.4%). Le motivazioni del ritardo italiano sono da
ricercarsi sia nella presenza di incentivi meno incisivi rispetto a
quelli varati nei partner del continente (il limite principale nel
nostro mercato è quello dell’esclusione dalle policy di
aiuto pubblico degli acquisti delle persone giuridiche, più
propense al cambiamento tecnologico e con una maggiore
disponibilità di spesa), sia di una maggiore arretratezza nel
percorso di infrastrutturazione. Il numero assoluto di colonnine si
sta mantenendo in crescita con quasi 40 mila punti di ricarica
rispetto ai 30 mila del 2022, grazie anche alle politiche di
incentivo, ma rimane scarsa la sua capillarità sul territorio
(si consideri che in Francia e Germania i punti di ricarica
superano largamente le 100 mila unità, dati di fonte European
Alternative Fuels Observatory). Il nostro paese, rispetto agli
altri, si caratterizza per una diversa distribuzione della
popolazione sul territorio, con la presenza di poche grandi
città; quindi, per poter consentire l’uso delle vetture
BEV anche ai residenti nelle province è fondamentale
raggiungere una diffusione capillare delle infrastrutture di
ricarica, spingendo, come si sta facendo, su incentivi che portino
a una dotazione presso le abitazioni private.
Se ampliamo lo sguardo all’intero comparto delle
elettrificate, le ibride (HEV+PHEV) hanno superato nel 2023 il 40%
del mercato, costituendo la gran parte del comparto
‘alternative’, grazie anche al sostegno degli incentivi
che per questa tipologia di vetture sono stati utilizzati appieno,
mentre per le BEV, analogamente a quanto osservato nel 2022, una
parte rilevante dei fondi stanziati è rimasto
inutilizzato.
Parallelamente prosegue la riduzione dell’incidenza delle
vetture a gasolio, con una quota che si posiziona nel 2023 poco
sotto al 18% del mercato totale. L’incertezza tecnologica
sta, invece, sostenendo il comparto della benzina, la cui
penetrazione sul totale immatricolato è in leggera crescita
rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nel complesso l’aggregato delle alimentazioni alternative
è cresciuto in termini di rappresentatività sul totale di
un ulteriore 1.4% nel 2023, confermando il superamento delle
alimentazioni tradizionali. All’interno dell’aggregato
le auto a gpl hanno mantenuto anche nel 2023 una quota attorno al
9% del totale immatricolato, sostenute dalla ricerca di risparmio
in un contesto in cui i prezzi di benzina e gasolio alla pompa si
sono mantenuti su livelli elevati, con solo una parziale discesa
dai massimi toccati nel 2022. Sta, al contrario, andando a sparire
l’immatricolato di vetture a metano, per le politiche di
offerta delle case, che stanno abbandonando gli investimenti su
questo tipo di motorizzazione, marginale per la gran parte dei
produttori, concentrandosi sulle nuove tecnologie.
All’interno dell’aggregato delle altre
alimentazioni, le vetture elettrificate vanno quindi a
rappresentare l’83% dell’immatricolato, continuando ad
espandersi ma con un passo in rallentamento, che come già
evidenziato non può che preoccupare dati i ritardi ancora da
colmare con gli altri principali mercati in Europa. Un cambio di
passo per il mercato italiano si rende sempre più necessario
per poter arrivare in tempo all’appuntamento delle emissioni
zero nel 2035.
Al ridimensionamento del 2022, che aveva riportato il valore
della spesa delle famiglie attorno ai 14 miliardi di euro, è
seguito nel 2023 un netto recupero (+19.5%), che ha consentito ai
valori di riportarsi sopra quelli raggiunti nel 2021. Questa
inversione non è stata motivata principalmente da un
miglioramento nel contesto economico generale, che è rimasto
complesso e ha continuato a condizionare le scelte di consumo delle
famiglie. Le crisi internazionali non si sono risolte, anzi si sono
acuite alimentando incertezza e sfiducia, l’inflazione pur
rientrando dai picchi 2022 grazie alla componente energetica,
è rimasta elevata, col risultato di mantenere ai minimi 2022
il potere d’acquisto dei consumatori italiani. In
particolare, i prezzi delle auto nuove hanno registrato anche nel
2023 un incremento nell’ordine del 5%, sostanzialmente in
linea con il dato 2022. Le case, infatti, stanno posizionando
l’offerta su vetture caratterizzate da un costo medio
maggiore (di fascia più alta e di alimentazione green) e
stanno aumentando i listini per coprire gli incrementi subiti lato
costi di produzione e investimenti per la riconversione tecnologica
e digitale. Il contributo positivo più importante al mercato
è venuto dallo sblocco dei vincoli di offerta di nuove
vetture, che ha sostenuto i volumi immatricolati. Nel corso del
2023 si sono, infatti, immatricolate auto ordinate dalle famiglie
spesso nei mesi del 2022, dati i tempi di consegna che si erano
allungati oltre l’anno solare. Il risultato della spinta a
doppia cifra lato volumi e di prezzi tonici è di un mercato
delle famiglie a valore che supera i 17 miliardi di euro nel
complesso del 2023.