Lo scenario economico
I CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Nella prima parte del 2022, nonostante il costante calo degli
indicatori del sentiment delle famiglie e l’esacerbarsi delle
tensioni inflative, i consumi interni si sono mantenuti in buona
crescita, mostrando un recupero congiunturale nel secondo trimestre
dell’anno che ha fornito un rilevante contributo alla buona
performance del Pil. Una dinamica favorita anche dai risparmi
accumulati da parte delle famiglie durante il 2020, che segnala
l’orientamento delle famiglie a riprendere abitudini e
comportamenti di spesa profondamente penalizzati durante la
pandemia che ha prevalso sull’effetto di aumento dei
prezzi.
La crescita è stata sostenuta infatti dal rimbalzo dei servizi
e dei semidurevoli (abbigliamento e calzature), grazie alla ripresa
della mobilità e socialità oltre che alla ripartenza del
turismo, e dalla buona tenuta dei beni durevoli per la casa. In
calo, invece, i consumi di beni non durevoli, in particolare di
alimentari, penalizzati dall’elevata inflazione e dalla
ripresa dei consumi fuori casa.
A consuntivo del primo semestre del 2022 i consumi interni si sono
collocati su livelli superiori del 7.9% a prezzi costanti rispetto
al corrispondente periodo del 2021, una dinamica che ha consentito
di ridurre il gap rispetto al pre-Covid (-2.8% rispetto al primo
semestre del 2019). Il ritardo nel percorso di recupero dei livelli
pre-pandemia si è tuttavia confermato elevato per i servizi
(-6.6%), dato il profondo deterioramento del 2020.
Le attese per i mesi finali dell’anno sono di un
contenimento dei consumi, come segnalato dal deterioramento della
fiducia e delle intenzioni di acquisto delle famiglie, in un
contesto di forte incertezza e di elevate tensioni inflative. Dopo
il rimbalzo di agosto, indotto dalla ripresa di mobilità e
socialità, da settembre la fiducia delle famiglie si è
collocata su livelli bassi poco distanti da quelli toccati durante
la pandemia, confermando un trend di declino in atto dalla seconda
metà del 2021.
Tali tendenze sono attese proseguire nei prossimi mesi; si ipotizza
che l’impatto positivo del turismo si sia mantenuto rilevante
anche nel terzo trimestre, continuando a sostenere la crescita dei
servizi e dei consumi interni. L’evoluzione è attesa
peggiorare nei mesi finali dell’anno, quando tutte le
componenti di spesa dovrebbero ridursi o ristagnare. Le tensioni
inflative e l’elevata incertezza indurranno le famiglie ad
attuare strategie di risparmio e di riduzione dei consumi per
fronteggiare l’eccezionale aumento del peso delle utenze
domestiche e degli alimentari, spese difficilmente
comprimibili.
In generale, l’elevata onerosità delle utility
(soprattutto domestiche, energia elettrica e gas), nonostante le
azioni governative (tempi di accensione e spegnimento del
riscaldamento e abbassamento temperature) e volontarie volte alla
riduzione dei consumi energetici, porterà le famiglie ad
attuare strategie di contenimento delle spese voluttuarie, di
rinvio degli acquisti di beni ad elevato importo e di remix
prodotto/marca/canale.
L’elevata quota di risparmio accumulata nel corso della crisi
sanitaria potrà solo parzialmente assorbire gli aumenti dei
prezzi e non per tutte le famiglie. Nonostante gli interventi di
sostegno del governo (azzeramento oneri di sistema, bonus
bollette), i rincari della bolletta energetica e dei beni
alimentari peseranno soprattutto sui nuclei famigliari a
basso/medio reddito, per i quali questa tipologia di spesa incide
maggiormente (circa il 40% del proprio reddito). Per queste
famiglie i vincoli di bilancio imporranno verosimilmente una
riduzione delle quantità consumate.
Nonostante ciò, in media il 2022 sarà un anno di crescita
dei consumi interni (+5.8%), sostenuta dalla ripresa della spesa
dei turisti stranieri sul territorio nazionale a fronte del
mantenimento di una dinamica positiva delle famiglie italiane
(+4.2%), ma in attenuazione rispetto al 2021. L’incremento
sarà sostenuto dal rafforzamento dei consumi più
penalizzati dalla pandemia, quali i servizi e la moda, favoriti
anche dalla spesa dei turisti stranieri, e dalla relativa tenuta
beni durevoli per casa, sostenuti dagli incentivi e dalla crescente
attenzione delle famiglie verso la casa e l’efficientamento
energetico. In calo, invece, la domanda di mezzi di trasporto, a
causa di problemi di offerta che continuano ad interessare il
comparto delle auto, e di beni non durevoli su cui impatterà,
in modo particolare, per gli alimentari e i beni energetici
l’elevata inflazione.
Relativamente ai beni durevoli monitorati
nell’Osservatorio, dopo il balzo del 2021, nel 2022 la spesa
è stimata registrare un calo del 2%, che manterrà il
mercato su livelli superiori ai 69 miliardi di euro,
sostanzialmente simili a quelli del 2019. La dinamica è
attribuibile alla riduzione dei volumi (-7.6%) solo parzialmente
compensata dalla forte crescita dei prezzi (+6.1%). I rincari di
molti dei principali input produttivi e le difficoltà di
approvvigionamento dei produttori, in atto dalla seconda metà
del 2021, si sono accentuati nel corso del 2022, determinando un
progressivo incremento dei prezzi al consumo, trasversale ai
comparti mobilità e casa. Contestualmente i volumi di vendita,
dopo una prima parte dell’anno in crescita, hanno invertito
il trend, scontando sia l’esacerbarsi delle tensioni
inflative sul potere di acquisto delle famiglie sia il confronto
con i picchi di crescita dello scorso anno.
L’evoluzione della spesa per l’acquisto di beni
durevoli è fortemente condizionata dalla dinamica dei beni per
la mobilità, attesa mostrare le peggiori performance sia in
valore sia in volume. Per il comparto della mobilità si stima
infatti un calo del -6.2% in valore, imputabile al forte
deterioramento dei volumi di vendita (-11.5%) a fronte di una
crescita dei prezzi del 6%. Peggiore la dinamica della spesa per
l’acquisto di auto che, nonostante gli incentivi, è
stata penalizzata anche da vincoli di offerta, mantenendosi su
livelli inferiori a quelli del 2021 per gran parte dell’anno
in corso. Riduzioni intense per il comparto delle auto nuove che,
dopo il parziale recupero del 2021, mostreranno nel 2022 un
significativo ridimensionamento della spesa delle famiglie (-10.6%
in valore, a fronte di prezzi in crescita del 4.8%). Più
contenuto, invece, il calo atteso per le auto usate (-3.4% in
valore), in ragione di un incremento dei prezzi del 7.3% che
compenserà parzialmente il calo dei volumi di vendita (-9.8%).
Decisamente migliore, l’evoluzione del mercato delle due
ruote a motore che mostrerà una crescita del 2.7% in valore,
grazie alla tenuta dei volumi e alla spinta delle nuove soluzioni
elettriche.
Nel mercato dei beni per la casa, invece, la spesa è attesa
mantenere una dinamica positiva in valore (+2.6%), trasversale alla
tecnologia consumer e ai mobili (+0.6% e +4.8% rispettivamente),
sfiorando a fine 2022 i 34 miliardi di euro (quasi 4.5 miliardi in
più rispetto al 2019). A fronte di un incremento dei prezzi
(+6.2%) sostanzialmente in linea a quello della mobilità, il
calo dei volumi di vendita (-3.4%) sarà più contenuto,
confermando come la casa sia rimasta al centro
dell’attenzione delle famiglie.
All’interno del mercato della tecnologia consumer, spiccano
per intensità della crescita il comparto della telefonia
(+7.1% in valore) e dei grandi elettrodomestici (+4.4%), in ragione
di un incremento elevato dei prezzi (+11% e +9% rispettivamente),
dovuto anche allo spostamento verso prodotti premium e più
performanti. Positiva anche la dinamica dei piccoli
elettrodomestici (+2.2% in valore, a fronte di una crescita dei
prezzi inferiore al 5%). All’opposto si collocano i comparti
dell’elettronica di consumo (-12.2% in valore), che
sconterà il confronto con i picchi di crescita dello scorso
anno indotti dallo switch off, sia in termini di volumi sia
soprattutto di prezzi (-10.2% la variazione stimata per il 2022), e
dell’information technology (-7.2%), comparto che
mostrerà il ripiegamento più intenso dei volumi (-12%),
in saturazione rispetto al balzo del 2020.
Per il comparto dei mobili, infine, si attende una crescita del
4.8% in valore, a fronte di un incremento dei prezzi
nell’ordine del 7%. Risultati positivi trasversali ai diversi
segmenti merceologici e migliori per gli ambienti dedicati al
lavoro e al living, rispetto alla cucina, che sconta i picchi di
crescita dello scorso anno.